Shapeless Zine . www.shapelesszine.com . 7/10
Dietro al progetto Sleeping Village, nato a Volterra intorno al 2002, troviamo in realtà due nomi che non suonano affatto nuovi a chi, come il sottoscritto, apprezza le difficili pubblicazioni della Trazeroeuno. Il fondatore del gruppo e polistrumentista, M., abbiamo già avuto modo di conoscerlo grazie al suo lavoro con Cervix e Blue Deers; mentre Tryfar, che qui si occupa delle parti vocali, è già passato sulle nostre pagine come mente degli Asofy, oltre che come ottimo grafico (ha curato, infatti, tutte le copertine degli artisti finora citati e anche quella di “Fragments”).
Se quindi siete tra coloro che conoscono le band di provenienza, potrete immaginare quale può essere la proposta degli Sleeping Village, che è in linea con quanto fatto in altri contesti, almeno a livello concettuale, pur mantenendo una propria personalità specifica. In caso contrario, posso darvi qualche indicazione partendo proprio da quanto suggerito dalla band stessa nella sua presentazione: abbiamo a che fare con uno strano incrocio che parte dal black metal gelido del Burzum di “Filosofem”, a cui si aggiungono contaminazioni shoegaze tipo My Bloody Valentine. Il risultato è qualcosa che si può avvicinare agli ottimi Alcest, ma qui non abbiamo la stessa quieta malinconia che si sente nella creatura di Neige, bensì qualcosa che riesce ad essere ancora inquietante, sebbene mai aggressivo. Una sorta di minaccia lontana che viene esplicitata anche dall’uso della voce black metal, che non è mai in primo piano, ma riecheggia soffocata dal resto dei suoni, eppure molto presente.
Il MCD degli Sleeping Village è composto da solo quattro composizioni, per meno di mezz’ora di durata: si apre con “My Quality Of Being” e qui abbiamo tutte le caratteristiche di cui parlavo prima. Ritmi non sostenutissimi, ma comunque incalzanti, chitarra zanzarose che formano una sorta di sottofondo costante e il lontano lamento di dolore di Tryfar. C’è spazio anche per qualche momento più melodico e atmosferico, con chitarre pulite e arpeggiate che lascia spazio ad uno squarcio di luce e questo rende anche più facile seguire il brano nei suoi otto minuti di durata. Anche il secondo brano, “Bliss”, segue più o meno la stessa struttura, ma risulta più diretto e lineare, con passaggi molto più tirati e una durata complessiva che non raggiunge i cinque minuti. Molto diversa, invece, “Out-Of-The-Way”, una composizione meditativa che sfocia nell’ambient: pochissime note dilatante, scricchiolii, fruscii e silenzi costituiscono la vera essenza di questo pezzo che si dilata fino quasi a toccare i nove minuti di durata. Con “Yet Longing For More”, infine, torniamo allo stile dei primi due brani, questa volta declinati con uno spirito più vicino al doom, con colpi lenti e funerei, su cui si poggiano le chitarre, qui un po’ meno efficaci anche a causa della resa sonora non eccelsa. Ecco questo effettivamente non è un punto a favore dell’opera: di certo non si tratta di un genere che necessita di suoni cristallini, ci mancherebbe, ma talvolta i suoni troppo impastati non riescono ad essere funzionali alla musica, ma al contrario penalizzano i passaggi più incisivi.
A conti fatti, comunque, un altro progetto assolutamente positivo e promettente, che si unisce ai già citati Asofy, Blue Deers e Cervix. Non ci resta che attendere il primo vero full length.
(Danny Boodman – Agosto 2010)
Black Metal ist Krieg . www.blackmetalistkrieg.net . 6/10
La proposta dei nostrani Sleeping Village è sicuramente molto intimista, di burzumiana memoria. La musica lontana e soffusa sorregge un cantato lancinante, solo velatamente percettibile. La band segue le orme di Drudkh, peccando per la produzione eccessivamente affossata, comunque riuscendo a proporre una musica che si dilata, perde forma, e si scinde con le immagini della natura selvatica presenti anche nel booklet. Nel suo complesso l’album riesce a mostrare diverse sfaccettature che conferiscono longevità all’opera, che sa anche prendere andamenti aggressivi, oltre al piglio principale di questo “ Fragments”, che è strisciante e grezzo, come una natura frammentata, inaccessibile e caotica al contempo. Il disco è un concept di 4 pezzi, per la durata di circa 30 minuti, che riesce a mostrare una buona scissione tra le parti distorte e le divagazioni acustiche, presenti a manifestare un tentativo di contrasto con la pesantezza degli attacchi frontali. È per questo presente un brano ambientale in stile Ulver, che incrementa il fattore atmosferico del disco, già marcato, ma che alla lunga risulta pesante e slegato col resto del lavoro. Come risultato diciamo che siamo su livelli sufficienti e che gli “Sleeping Village” sono pronti per cimentarsi in un full, sempre tenendo a mente la varietà che contraddistingue i brani, in modo da incentivarla. Solo così facendo, e con un pizzico di qualità globale in più, i Nostri potranno lasciare davvero il segno.
(Inferno)
Diabolical Conquest . www.diabolicalconquest.com . 6,8/10
Sleeping Village (No prizes whatsoever for guessing the origin of this band’s name. In fact, failure to do so will result in compulsory enrolment in the Metal 101 courses starting next Monday at the Old School in Birmingham.) This EP, Fragments, coming after two demos, another EP and a split, is described in the accompanying promo material as being heavily influenced by Burzum, My Bloody Valentine, old Type O Negative and Sonic Youth. I like the first, put on the second occasionally – it’s quite easy to see how their atypical stylings with a little added fuzz and distortion could sound blackened and doomy – and don’t really care about the last two though Sonic Youth, ‘tis said, are cited as an influence by Napalm Death, which is no bad thing. The CD comes in a nice digipack format and the artwork throughout is reminiscent of the doom-related genres: old stone and fallen, dead leaves and flowery script, the whole deal – you know what I mean.
Fragments contains, for the most part, fuzzy, noisy but low-lying guitars that definitely evoke Type O Negative with drums playing simple background rhythmic patterns, a good amount of synth and vocals that are mostly wails and moans finding their place within the abyss of the all-encompassing guitar noise. Buried almost subliminally under the noise though are melodic guitar leads. There are sections where the heavy sound just stops completely to be succeeded by synthetic textures of lovely melody and clear-sounding drums. These parts work excellently sometimes, like the minute-long interlude just after the two-minute mark on the first song, “My Quality of Being”. This section seems to fit in with the overall depressive and solemn mood of the music but the next time a section like this occurs, about six-and-a-half-minutes into the song, though outwardly similar to the first interlude, it feels very synth-pop/rock because of the upbeat rhythm kept by the drums and a transition not at all to my liking. I realise these parts break up what could quickly feel like listening to a very monotonous, long-drawn sound but they are hit and miss.
“Bliss”, the second track, involves greater changes of pace, with blasting sections trading off with slower parts and the synth interludes and here it works better with the listener probably more attuned to the band’s style. “Out-of-the-Way” is a near nine-minute long ambient track and worth paying attention to. A layering of sounds with several specific patterns flitting in and out creates an immersive soundscape and progressively builds in intensity with certain underlying parts creating almost-melodies until, two-thirds of the way into the song, all the noisy bits are filtered out leaving a temporary sense of pure ambience akin to watching the stars late at night or experiencing sunrise at the beach. The last song is mostly doom-paced except for one of those synth interludes.
This EP makes no secret that its primary goal is to create a foreboding atmosphere with a sense of haunting sadness and introspection thrown in. It has no greater purpose than simply being what it is and it doesn’t work too badly here but if Sleeping Village are going to record an album’s worth of music they will need to work on pacing and the effectiveness of the interludes to preserve continuity and stave off monotony.
(Hamano Kyousuke)
Chaos Vault . www.chaosvault.com . 6,5/10
Nazwa zespołu Sleeping Village jest zajebiście adekwatna do smętnej atmosfery panującej dziś w Rzeszowie. Nie dość, że miasto niewielkie, to i spać się chce człowiekowi.
Zresztą ta senność to nie tylko wina ciśnienia, bo i włoski duet dołożył swoje pięć groszy. Na „Fragments” znajduje się muza, którą trudno uznać za skoczną. Ale zanim przejdę do zawartości muzycznej, muszę ponownie bluznąć na produkcję płyty. To już drugie wydawnictwo, jakie dostałem z Ashen Productions, które ma tak zjeżane brzmienie. Znów się zastanawiam, czy to wina mojej kopii, ale „Fragments” jest nagrane tak cicho, że muszę jej słuchać dwa razy głośniej, by cokolwiek usłyszeć. Jakże mnie to irytuje! Dobrze, a teraz muzycznie. Sleeping Village to kapela, która za punkt wyjścia obrała sobie black metal. Ale do powolnych i transowych burzumowskich riffów dodano nam sporo noise’owych brudów, sprzężeń i szmerów. Zajmują one bardzo dużo miejsca, jak dla mnie – zbyt dużo. Jakbym chciał posłuchać jednostajnego bzyczenia, popsułbym sobie na przykład domofon. Ja chcę słuchać muzyki. O inspiracjach Burzum już wspomniałem, do tego jeszcze dochodzą niespodziewane zmiany klimatu – po black metalowym okładaniu perkusji przy akompaniamencie wolnej, sennej właśnie gitary, kapela nagle zwalnia i dostajemy naprawdę niezłą melodię a’la Pink Floyd. Cholera, dziwnie to wypada, ale zgoła naturalnie. Z tym, że niestety kapela na dłuższą metą potrafi faktycznie uśpić recenzenta. I jeśli takie było zamierzenie (w końcu nazwa zobowiązuje) to brawa dla nich. Gorzej, jeśli jest to nie zamierzone. Mnie na przykład ta płyta sprawia kłopot o tyle, że za dużo tu ambitne/noise’u, a za mało muzyki. Nie wiem, ile osób skusi się na epkę Sleeping Village, bo mnie ona nie porywa, choć też nie mogę jednoznacznie powiedzieć, że jest ciulowa.
„Fragments” to płytka dla osób, które poszukują czegoś więcej niż czystego black metalu. W zasadzie czasem się do nich zaliczam, ale i tak do końca nie jestem przekonany, czy to koniecznie musi być coś takiego.
(Oracle)
My Last Chapter . www.mylastchapter.com . 7,5/10
It took me a little while before I got the hang of Fragments (well, maybe not too long since I was actually still on my first listen), but it was when the third track was halfway done that I suddenly realized this was some crazy shit. I’ve never heard of Sleeping Village before, and when the promo sheet describes their music as a mix between My Bloody Valentine, old Type O Negative, Sonic Youth and Burzum I don’t know what to believe. I mean, that sounds like one messed-up description. I’m not extremely familiar with all of said acts, but I guess it sums it up quite nicely.
My quality of being is without a doubt the greatest of the bunch. With a weird-as-hell and utterly repetitive drum pattern it lays the foundation for a droning track. It’s like Thergothon met up with Nortt and did some covers of old Negura Bunget. As I said the drumming’s quite unusual, the riffing is super-fizzy and the vocals just suddenly rears its ugly face and roars a little before disappearing again. To make things even stranger they throw in a couple of moments of almost post-rock psychedelia. When Bliss steps in the guitar gets even fizzier, as if that was even possible, and the drum tempo picks up. Unfortunately this is the first time I could hear it’s a drum machine, which wasn’t noticeable before. But I try to ignore that fact and concentrate on the marvellously insane atmosphere they produce. It takes a harsher and slightly more aggressive approach, but the outcome’s still the same. And as I said it was in Out-of-the-way I realized just how crazy this is, and it’s by adding a droning ambient/noise track like this I’m completely thrown off balance. I usually despise ambient music, but the utterly unsettling and creepy atmosphere compels me, and it’s like Sunn O))) popped in for a visit.
It doesn’t feel like the ending track carries the same kind of conviction and power like the previously mentioned ones (but by no means does it make the song bad), but the overall feeling I get from this album is just scary. I don’t know how to classify it, how to judge it or even what to believe. It’s such a weird listening experience, one I’d recommend to anyone who aren’t afraid of a little experimentation. Try to imagine a mishmash of all the bands mentioned in this review and I think you’ll come relatively close to what this is all about. Sounds weird, right? Well, it is!
Whispering Gloom Zine . 5
This release from Sleeping village is a provoking, haunting journey. Lush artwork & digipak packaging complete with lyrics, this is a brilliant introduction to the band. What the tracks have in common is a sence of nostalgic graininess and a feeling of loss and regret. What we have here is Doom laden lyrics, guitars and anguished melancholic vokills. Behind the harshness of the percussion,there is a sence of pain and anger.
This album sounds simultaneously harsh and lush, aggressive and warm. “Melancholy” is the order of the day here. Early Type-o-negative is a comparison especially in the guitar sections, whilst still maintaining their own identity as the anguished vokills wallow in self pity….regret….despair.
Do not purchase this release if you are just out of a relationship, as this will definately not put a smile on your pathetic insignificant face. A brilliant release!
(Lord reverend dark)
MetalBite . www.metalbite.com . 8/10
From the crescendo, dripping with reverb and atmosphere; Sleeping Village cement the notion they are a fine addition to the new wave of Experimental Black Metal. That wonderful new sub-subgenre firing with embers of creation and painfully steep cliffs for them to hurl off into the dark night. The more distorted and traditionally black segments more akin to waves slamming against rocks. The warmth is mild, but perfect in keeping with their attack that lends itself more to post punk lingering than blistering attack. Sure, blasts abound, but the melodies seem half timed and droning so the overall feel is more low and soothing. Broken up by wonderful wedges of semi acoustic almost folk and flooded vistas of samples and experimental synth-wrenching.
The guitars are cold, smooth and fluid – so much without the bass filling out the lower frequencies there might be nothing of a discernable melody when the pace does pick up. The vocals fall under the same mix with a palette of non distinct belching (third rate Esoteric??). When the more avant touches are applied (see track “Out Of The Way”), the soundscape does seem to be a bit confined and too drawn out. Like exploring a hallway rather than the physical representation of emotion or ideal. Let that not be a distraction though as it seems they combed every inch of that hallway thoroughly with textures to spare – it just might be a bit unnecessarily long and out of place. There are keyboard treatments, but think not of rehash symphonic crap – they actually took the time to see where the sounds would fit the best and do more for the composition rather than just “be there”. For those fans of Negura Bunget,Wolves In The Throne Room, Alcest, and Xasthur – this would be a welcome addition to any late night.
The sort of production displayed here is as top form as any in this genre. This isnt the sort of thing you would want to have the production of say a new Dark Tranquility album. In fact the over all vibe is more of a one up on Emperor‘s “In The Nightside Eclipse” during it’s more scathing moments but with an even clearer and more distinct presence (keys, and the seperation of bass, guitar, and drums,) and nicer cleans by far.
Artwork compliments of Diramazioni Studio – wonderful stills and zooms of nature’s vibrant green. Dare it be said – a package of ‘organic’ and ‘earthy’ motifs well composed. The contrast being rocky close ups and a very scratchy rendering for the inside case itself. This entire EP is well represented and definitely shows the sparks of a project on the way to greater fields of exploration.
Categorical Rating Breakdown: Musicianship:8.0 / Atmosphere: 8.5 / Production: 7.5 / Originality: 7.5 / Overall: 8.0
(Wiley)
Metal Ireland . www.metalireland.com . 4,8/5
They describe themselves as a mix of My Bloody Valentine, Sonic Youth, Burzum and Type O Negative. That’s the kind of thing that typically comes out of the mouths of people who’ve moved on from metal. People who generally think they’re on a higher level, somehow. Sleeping Village aren’t that. They’re just being honest.
Take a look at the artwork. It’s the kind of thing that brings you back to the way thoughtful underground albums used to look, before they became very nearly extinct. I can’t help recalling stuff like Eterne’s ‘Still Dreaming’ just clocking this class design work. There could be no doubt that the music inside is excellent. ‘Fragments’ may only be a four track EP, but like so many before them, Sleeping Village use the format to shine. The influences they’ve named pretty much sum it up – but you could freely add some Xasthur into this sound, as well as classic Monumentum as well. More up to date comparisons could perhaps be found with Bloody Panda too. The droning super-fizzed guitars do indeed recall Type O. Then again, there’s some alignment as well with another great album released this month – Alcest. Both they and Sleeping Village are capable of using soft, dreamlike guitar textures without ever losing the dejection that’s their theme. The production is raw and dark. Not cheap, but certainly primal. The drums are almost obscured, yet let just enough booming tom through to recall Unholy’s ‘Rapture’. At speed, the Burzum element is there for certain. These Italians however follow their own artistic agenda. They’re no copy cats. Steeped in the feel of the old underground – could we say that small corner of it that was enchanting – it harks back blissfully to when this stuff was at its prime. Tastefully incorporating keyboards for maximum atmosphere, the long, caustic psychedelic interlude even reminds of the frightening Tiermes. It’s been a long time since anything has. Italians have a habit of making moody and defiantly underground stuff. It’s because in one sense they’re never afraid to wear their hearts on their sleeves, and on the other because they’re regularly overlooked almost by default. Sleeping Village may well pass you by. Those of you who’ve read between the lines here will know not to let it. This is a heady and essential tonic. Get it now. (Earl Grey)
Metal Italia . www.metalitalia.com . 6,5/10
Burzum e My Bloody Valentine. Ecco, adesso che ci siamo tolti dai piedi tutte le obbligatorie citazioni, si può procedere a parlare veramente di questo nuovo EP dei toscani Sleeping Village, una band evocativa sin dal nome. Un black metal/ambient decisamente arioso, come quello offerto di recente da certi Alcest o Trist, ai quali i nostri sono piuttosto affini nei suoni e nelle atmosfere. Un lavoro per certi versi criptico e di non facile assimilazione – soprattutto a causa delle allucinate linee vocali, che si lasciano spesso assorbire dal tessuto sonoro – ma dalle melodie senza dubbio raffinate, nelle quali arpeggi e synth vengono utilizzati al meglio delle loro capacità. Certo, si potrebbe a volte rimproverare al gruppo un’eccessiva omogeneità sonora, tuttavia si potrebbe vedere questo aspetto anche come un pregio, dato che gli Sleeping Village dimostrano senz’altro di avere le idee chiare su questo EP, affidandosi a uno stile e sviluppando quest’ultimo per tutte le quattro tracce, evitando di saltare da una soluzione all’altra come invece fanno altre band agli inizi. L’unico vero appunto ci sentiamo di muoverlo a “Out-of-the-Way”, nei quali i nostri effettivamente finiscono per alienare un po’ l’ascoltatore con oltre otto minuti noise/strumentali. In ogni caso, come dicevamo, idee e ispirazione ci sono… ci pare quindi lecito prevedere un futuro interessante per gli Sleeping Village. (Luca Pessina)
Metal Underground . www.metalunderground.com . 4/5
Snagging their name from the Black Sabbath song, Sleeping Village is a two-man project from Italy that plays a very haunting brand of atmospheric black metal. “Fragments” is their second EP release, and while it does drag a bit, this one is definitely worth some attention and is hopefully a foreshadowing of great releases to come.
The EP starts out with “My Quality of Being,” a song that makes it very apparent that this album is going to be incredibly dense with atmosphere. Indeed, the majority of the music is ambient synth mixed with typical, if subdued, black metal riffing. The drums are pretty simple and add to the atmosphere appropriately, though some of the faster sections tend to sound like a drum machine. The vocals are more of another instrument in and of themselves, as they mostly consist of misanthropic wails and moans that seem to be coming in from somewhere off in the distance, clouded through a gloomy fog of despair. The song doesn’t pick up much at all, but the end section is beautiful and evocative.
The album starts to pick up with “Bliss,” which incorporates some faster riffing and drumming, though this album stays about the same pace throughout. The band has incorporated some memorable and melodic leads that really break up the atmosphere and prevent the music from becoming boring or too drawn out. The third track, “Out-of-the-Way,” is an instrumental track that is, by far, the high point of the album. Brilliantly composed and haunting enough to send shivers up one’s spine, this song is mostly ambient and even contains some ambience on the electronic side a la Daniel Menche. It’s effect is lasting on the album and I really hope to see more stuff like this from the band in the future.
Though “Fragments” may seem like nothing but distorted noise and ambience, there is a ton of melody to pick up on if the listener pays enough attention. Sleeping Village has added a whole ton of subtle details that really bring this album out in front of other atmospheric black metal acts. It doesn’t completely escape from dragging at times, but when it does, the band manages to change up the sound enough to keep the listener’s attention. Emotional and redolent, “Fragments” is an excellent early release from an excellent band.
Highs: Haunting atmosphere that is deep and beautiful.
Lows: Drags at some points.
Bottom line: The atmosphere to be found here is tremendous, and the ambience is strikingly well composed alongside the rest of the music.
(tankakern)
Blackterrormetal . blackterrormetal.com
Per noi è stato un privilegio seguire, passo per passo, l’evoluzione artistica di questo progetto toscano. Abbiamo recensito tutte le loro uscite: sono poche le band che abbiamo seguito in questo modo; merito della band, che si è sempre interessata a farci avere le proprie uscite, ma merito anche della bravura di questi artisti, che si sono sempre, ai nostri occhi, resi interessanti.
Collaborare con artisti di talento è l’aspirazione massima di ogni giornalista musicale e in un ambito come quello black metal c’è un feeling particolare che unisce la musica alle parole stampate. Gli Sleeping Village hanno da subito colto il pieno significato della parola “underground” e hanno fatto la loro strada, lentamente, senza forzare nulla, ma migliorando sempre più.
“Fragments” è la prima uscita per una etichetta vera e propria, in un bel digipack mini cd.
Ormai, il duo di Volterra, spazia in diversi stili e la creatività di questi artisti, in un certo senso, stupisce. È raro infatti, in un progetto che ormai esiste da tempo (otto anni), avere così tanta smania di sperimentare sempre nuove sonorità, soluzioni multiple. La loro è una frenesia quasi adolescenziale, tipica di un progetto in piena ricerca d’identità, che vuole (in senso positivo), trovare la strada giusta per esprimere al meglio la propria arte. “Fragments” è un passo importante nella carriera di questo progetto, che forse, sta finalmente trovando una propria fisionomia.
Una base black metal, che trova come sua massima ispirazione i Velvet Cacoon (anche nelle parti vocali), vengono inserite parti “indie rock” che fanno ricordare qualcosa dei Sonic Youth. L’anima quindi atmosferica e depressiva degli esordi, che fondava le proprie radici nel primo Burzum, rimane; ma è oggi più introspettiva e particolare, nella scelta di trame chitarristiche, talvolta atipiche nell’ambito black metal. Non mancano infine, innesti ambient /noise, concretizzati nell’interessante esperimento, intitolato “Out-of-the-Way”.
Trattandosi di un mini album, pare fuori luogo fare considerazioni più approfondite, sta di fatto però che Sleeping Village rimane un progetto unico nel suo genere, originale e per questo interessante.
Immancabile se amate il suono black metal atmosferico. {Mirror}
Covenant Zine . www.covenantzine.com
Avevo già sentito parlare in passato, ed in maniera positiva di questo progetto toscano guidato dal solo M. chiamato Sleeping Village, ma senza aver però avuto tempo e modo per poter approndire tali voci. E’ stato quindi un piacere iniziare questo 2010 con l’arrivo del promo di questo nuovo EP, dal titolo “Fragments”, rilasciato in maniera davvero ottimale dalla Ashen Productions. Spesso ci lamentiamo della qualità dei booklet e delle confezioni, spesso fatti con i piedi o comunque poco curati, ma in questo caso devo assolutamente fare i complimenti alla label per il lavoro svolto. Un bel digipack con libretto tutto a colori non mi pare una cosa da poco. Artwork, tra l’altro, curato e sviluppato da Tryfar, mente degli Asofy, che in questa sede si occupa anche di tutte le vocals.
Fatti i soliti convenevoli ed i meritati complimenti alla confezione di tale release, passiamo a descrivere il lato musicale di questa nuova release firmata Sleeping Village. Essenzialmente il progetto di M. prende spunto dalle sonorità di “Filosofem”, dove diverse sovraincisioni di chitarra creano un muro sonoro in perenne trasformazione, sebbene qui delle linee melodiche siano sempre presenti. Questa base black metal viene poi contaminata da momenti più soft e melodici, composti da clean guitars e delicati synth di accompagnamento. La voce di Tryfar è anch’essa di burzumiana memoria, ma resa più evocativa dal basso volume di mixaggio e dal bel carico di delay che si porta dietro, rendendola come un lamento disperso nei meandri di una bufera di neve. C’è spazio anche per un escursione ambient nella lunga “Out-Of-The-Way”. Sarà che non sono proprio un amante di queste sonorità, ma questa traccia piazzata così a metà disco mi risulta molto difficile da digerire. Invece, i restanti brani sono tutti di qualità decisamente elevata, dove M. si dimostra davvero talentuoso nel creare uno spettro sonoro in grado di mutare forma ad ogni ascolto. “Bliss” è sicuramente la mia traccia preferita, perchè mostra pienamente, ed in maniera anche compatta, la proposta musicale di M.
Insomma, pur essendo un EP, “Fragments” è un disco che mi ha soddisfato pienamente, anche se un piccolo appunto prima di chiudere la recensione devo farlo. Non voglio passare per il classico recensore che spara a zero su chi utilizza la drum machine, ma i suoni scelti in questo disco sono abbastanza brutti. Non so se sia una scelta voluta o no, ma fortunatamente non riescono a rovinare tale lavoro. (KarmaKosmiK)
Hateful Metal . www.hateful-metal.de . 7,5/10
Sleeping Village ist ein italienisches Duo, welches sich aus M. (Cervix, Blue Deers) sowie Tryfar (Asofy) zusammensetzt. Asofy, aber vor allem Cervix fiel durch schwer einzuordnende, bizarre Musik auf. Deshalb ist es auch nicht verwunderlich, dass Sleeping Village mit Fragments gleichfalls nicht klar und eindeutig zu kategorisieren ist. Die Musik der vier Lieder beinhaltet eine schier unendliche Fülle aus den unterschiedlichsten Stilrichtungen. Die beiden Stücke My quality of being und Yet longing for more sind am ehesten als roh klingender, bizarrer Doom Metal zu beschreiben, der phasenweise auch etwas Drone Doom und Post-Rock hat. Als erstes fallen da die extrem klingenden, schön rau und grell gestimmten Gitarren von M. auf, der mit seinem Gitarrenspiel auch bei Cervix deutlich Akzente setzen konnte. Die doomigen Passagen der Lieder sind streckenweise sehr roh und monoton, was düster und erdrückend rüberkommt. Der leicht verzerrte, etwas heiser klingende Gesang, komplettiert diese von Dunkelheit geschwängerte Atmosphäre, die auch etwas bizarr und grotesk ist.
Bliss hingegen, das mit knapp fünf Minuten Spielzeit kürzeste Lied, schlägt einen anderen Weg ein, der vor allem aus den schnellen, zum Teil sehr eingängigen Parts, resultiert. Deswegen ist Bliss aber nicht weniger dunkel, da Sleeping Village auch hier düstere Riffs, Melodien und verstörte Gesänge verwendet. Am deutlichsten unterscheidet sich allerdings Out-of-the-way, da es ein reines instrumentales Dark Ambient/Noise Stück ist. Es ist, wie es sich für diese Musik gehört, dunkelatmosphärisch und bizarr. Sagt mir aber nicht sonderlich zu, da es keine Besonderheiten hat.
Die drei metallischen Lieder hingegen überzeugen mich vollends. Es ist düstere, bizarre und obskure metallische Musik, die verstörend ist und eine gehörige Portion Eigenwilligkeit besitzt. Zudem sind die klaren, atmosphärischen Post-Rock-Parts gleichermaßen überzeugend, wie die dunklen, metallischen Doom Passagen. Da ist es schon ein wenig schade, dass es sich hierbei nur um eine MCD handelt. Ich würde hiervon gerne noch mehr hören, zumal ich Bliss mit seinen schnellen und harschen Anteilen überaus interessant finde. (Aceust)